Leonardo da Vinci: un genio a Milano

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Leonardo da Vinci: un genio a Milano

Sulle tracce del genio leonardesco

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Pittore, ingegnere, scienziato, e soprattutto grande genio, Leonardo da Vinci incarna perfettamente lo spirito della sua epoca, il Rinascimento, arrivando ad eccellere in praticamente tutti i campi in cui si cimenta. A Milano visse a lungo ed  è qui che ha lasciato alcuni dei suoi capolavori più importanti e noti in tutto il mondo. L’itinerario si propone di ripercorrere le tracce lasciate da Leonardo in città. 
  • Chiesa di Santa Maria delle Grazie
    Dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità, è una testimonianza del Rinascimento milanese se pur la costruzione venne avviata nel 1463, quando furono progettate la chiesa e l’annesso convento dei domenicani. Ludovico il Moro la scelse quale mausoleo di famiglia promuovendo un rinnovamento stilistico dell’edificio e delle decorazioni. La chiesa ospita ancora oggi le spoglie di Beatrice d’Este, moglie di Ludovico morta di parto a 22 anni, la leggenda vuole che il marito fece costruire un cunicolo di collegamento tra chiesa e Castello Sforzesco per essere più vicino alle spoglie della moglie.
  • Il cenacolo vinciano
    La chiesa è indissolubilmente legata alla presenza del capolavoro di Leonardo, l’Ultima Cena, conservato nel refettorio dell’ex convento dei Domenicani. La tradizione racconta della lentezza con cui l’artista stava realizzando l’affresco e delle ripetute lamentele e sollecitazioni del Priore del convento. Leonardo giustificò il ritardo con la difficoltà di reperire un modello adatto al personaggio di Giuda, proponendo pertanto al priore di posare, pare che da quel momento il Padre si guardò bene dal lamentarsi ulteriormente della lentezza dell’artista. Oltre ad aspetti tecnici nella realizzazione dell’affresco la rivoluzione operata da Leonardo fu quella di raffigurare le emozioni degli apostoli a seguito dell’annuncio del tradimento di uno di loro.
  • CASTELLO SFORZESCO
    la storia del castello inizia nel 1358, quando Galeazzo II Visconti volle la costruzione di una fortezza nella zona ovest della città, dove sorgeva la Porta Giovia, accesso pedonale attraverso le mura della città. Furono però le generazioni successive che resero il castello una splendida residenza ducale, degna della famiglia più importante della città.
  • La sala delle Asse
    Nome bizzarro dovuto alle assi di legno che probabilmente coprivano originariamente le pareti della sala, secondo la tradizione era il salone dei ricevimenti di Ludovico il Moro. Eccezionale è la decorazione delle volte, affidata nel 1498 a Leonardo da Vinci: un finto pergolato costituito dall’intreccio dei rami di sedici alberi e di una corda d’oro annodata ripetutamente. Dopo la conquista da parte dei Francesi del ducato di Milano, il castello fu adibito a caserma e la Sala delle Asse a stalla, le decorazioni vennero coperte da uno strato di calce bianca che ha celato l’affresco fino all’inizio dell’ottocento.
  • la biblioteca ambrosiana
    Santuario della cultura milanese, la biblioteca fu voluta dal Cardinale Federico Borromeo, grande uomo di cultura che impiegò tutti i suoi beni per realizzarla. Qui da secoli si conserva l’incredibile collezione libraria dei Borromeo e proprio a questa illustre famiglia, pochi anni dopo la morte di Federico, dobbiamo la salvezza del Codice Atlantico, uno dei preziosissimi manoscritti di Leonardo che ancora oggi è visibile nella Sala Federiciana della Biblioteca.
  • il codice atlantico
    Considerata la più vasta raccolta la mondo di disegni originali, autografati di Leonardo da Vinci, è conservata qui dal 1637. Composta da 1119 fogli, compre una ampio lasso della vita dell’artista, circa quarant’anni, raccogliendo disegni che rappresentano le cose più disparate: progetti di futuristiche macchine da guerra, disegni di intere città ideali, progetti di architettura, bozzetti di sculture e tantissimi altri marchingegni. Il curioso nome è dovuto al rilegatore che recuperò con grande fatica alla fine del 1500 parte degli studi autografati dal maestro e li rilegò in un formato che all’epoca era quello utilizzata per gli atlanti geografici.
  • LA pinacoteca AMBROSIANA
    Anche la pinacoteca nasce grazie al volere di Federico Borromeo, che alla biblioteca affiancò la fondazione di una accademia di scultura e pittura, per assicurare una formazione culturale gratuita a chi possedeva talento artistico ma non aveva i mezzi per coltivarlo. Nella pinacoteca di possono oggi trovare pregevoli opere degli artisti più importanti italiani, tra cui ricordiamo il Botticelli, il Bergognone, il Caravaggio ed ovviamente Leonardo da Vinci.
  • il musico
    Il ritratto del musico realizzato da Leonardo è un’opera che è una assoluta novità rispetto alle rappresentazioni canoniche svolte fino a quel momento; Leonardo rappresenta il piccolo musicista basandosi sui suoi studi di anatomia e fisiognomica, riuscendo a cogliere il momento in cui sta per cantare, ed è rappresentato, con estremo realismo con la bocca semi aperta, lo sguardo concentrato e lo spartito tra le mani. Il soggetto fu a lungo identificato con Ludovico il Moro o in Galeazzo Visconti, fu poi identificato nel 1904 in Francesco Gaffurio, maestro di cappella del Duomo.