Perdersi a Brera, il quartiere degli artisti

Perdersi a Brera, il quartiere degli artisti - Vieni a Milano -

Perdersi a Brera, il quartiere degli artisti

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Via Pontevetero, via dell’Orso, via Brera e via Pontaccio: quattro vie che delimitano il quartiere di Brera, cuore artistico della città. E’ facile perdersi in questi piccoli vicoli, dove si respira un’atmosfera di altri tempi e dove la metropoli pare arrestarsi alle porte di una zona dove regna l’eclettismo, l’estro e l’originalità. Scopriremo graziose casette e chiese dimenticate ma antichissime, palazzi nobiliari e giardini nascosti,  alla scoperta di un quartiere noto soprattutto un tempo per le case chiuse e per gli artisti bohémien che la popolavano, oggi zona elegante e di lusso. Il  tour ci porterà anche a conoscere il luogo che ha dato vita al quartiere: il Palazzo Brera, sede dell’Accademia di Belle Arti e l’annessa pinacoteca, custode di autentici capolavori di grandi artisti come Raffaello, Bramante e il Tintoretto.
  • Piccolo Teatro
    Fondato nell’immediato dopo guerra fu il primo teatro stabile italiano, dalla sua nascita è accompagnato dallo slogan “Teatro d’Arte per Tutti” in quanto fu pensato dai fondatori, Giorgio Strehler, Paolo Grassi e Nina Vinchi come una istituzione sostenuta dallo Stato e dagli enti locali per rendere un servizio pubblico necessario al benessere dei cittadini. Il Piccolo Teatro è formato da tre sale: il Piccolo Teatro Grassi, sede storica del teatro, oggetto di un recente restauro che ha rimesso in luce lo splendido Chiostro Rinascimentale attiguo; lo spazio sperimentale del Teatro Studio dedicato delle arti sperimentali dove ha sede la Scuola di Teatro, e la sede principale di che porta il nome di Piccolo Teatro Strehler.
  • Chiesa di Santa Maria del Carmine
    Chiesa che si affaccia sull’omonima piazza e che deve il suo nome all’ordine religioso che per primo si insediò in loco, i Carmelitani che nel 1268 iniziarono la costruzione della chiesa. Da lì a poco i Carmelitani abbandonarono il progetto che fu ripreso verso la l’inizio del Quattrocento dal duca Gian Galeazzo Visconti affidando il lavoro a Bernardino da Venezia, architetto impegnato a Pavia nella realizzazione dell’omonima chiesa di Pavia. Nel 1446 a lavori quasi ultimati l’edificio crollò e fu ricostruito da Pietro Antonio Solari, che utilizzò oltre al tipico cotto, materiali provenienti dal distrutto Castello Visconteo, prima fase costruttiva del Castello Sforzesco. L’ultima radicale trasformazione, come per molte chiese milanesi medievali, arrivò a fine XIX secolo, quando, nel 1880, Carlo Maciachini realizzò la facciata, in un moderno neogotico. La chiesa diventò molto amata dalle famiglie nobili milanesi che vollero qui le loro sepolture e resero la chiesa un notevole contenitore di notevoli opere d’arte. Una curiosità sul campanile che è visibile dal chiostro, esso venne eretto a inizio Seicento, ma fu fatto mozzare nel 1664 dal governatore spagnolo della città, Ferrante Gonzaga, in quanto più alto delle strutture di difesa del vicino Castello.
  • Palazzo di Brera
    Nacque come collegio dei Gesuiti sul terreno, chiamato Braida del Guercio, ed occupato un tempo da un antico convento dell'ordine degli Umiliati. Rivelatosi inadatto ad ospitare il gran numero di studenti che vi affluivano, il palazzo fu oggetto di una radicale ristrutturazione ad opera di Francesco Maria Ricchini a partire dal 1651, per poi subire, nella seconda metà del settecento un ulteriore restauro ad opera di Giuseppe Piermarini, uno dei protagonisti del neoclassicismo Italiano. La struttura sobria ed austera passò nel 1773, a seguito dello scioglimento dell’Ordine dei Gesuiti, allo stato e per volere dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria nel 1776 fu fondata qui l’Accademia delle Belle Arti, un ateneo pubblico votato all’insegnamento delle Arti e della Musica. Oltre all’Accademia ha sede nel palazzo anche un osservatorio astronomico, nato per iniziativa di due gesuiti ed un Orto Botanico, fondato da Maria Teresa d’Austria nel 1774 e recentemente restaurato.
  • Pinacoteca Nazionale
    Nata in origine come modesta raccolta di opere di scarso valore che servissero come modelli da copiare per gli allievi dell’accademia, è oggi una delle più importanti d’Italia. Inaugurata ufficialmente nel 1803, in beve tempo la collezione delle sue opere fu notevolmente incrementata dai lasciti ottenuti da chiese e conventi che venivano soppressi da Napoleone, non solo in Lombardia ma anche in altri territori del Regno Italico, di cui Milano era capitale: questo ha determinato la grande eterogeneità di provenienza e datazione dei dipinti qui conservati.Il museo, dal 1882 indipendente dall’Accademia, conserva una grande quantità di opere che rende difficile una sintesi, per conoscenza ricordiamo le più note, come Il Cristo alla Colonna di Bramante, lo Sposalizio della Vergine di Raffaello e la Sacra Conversazione di Piero della Francesca, comunemente detta Pala di Brera.
  • Palazzo Cusani
    Residenza dell’omonima famiglia Cusani, feudatari e marchesi di Chignolo Po, fu eretta nei primi decenni del XVII secolo. Oggetto di molteplici interventi di rimaneggiamento e restauro che culminarono nei primi decenni del Novecento con la realizzazione di una nuova ala affacciata su Via del Carmine, fu venduto nel 1808 da Luigi Cusani rovinato dai debiti di gioco, al demanio del Regno d'Italia, che vi insediò il Ministero della Guerra, oggi è la sede di rappresentanza della NATO a Milano. Di particolare interesse è la facciata esterna, connotata da una architettura mossa decisamente anomale rispetto agli edifici coevi, e caratterizzata da due portali gemelli, che si dice siano stati voluti da due fratelli Cusani per il reciproco desiderio di non incontrarsi entrando nel palazzo. Un’altra particolarità è visibile nella facciata posteriore, dove sono incastonate tre palle di cannone scagliate dalle truppe di Radetzky durante le Cinque Giornate di Milano.
  • Chiesa di San Marco
    Secondo la tradizione è stata dedicata a San Marco per ringraziare i veneziani dell’aiuto prestato dopo la distruzione della città operata dal Barbarossa e fu la culla dell’Ordine degli Agostiniani a Milano. Le prime notizie della chiesa risalgono al 1254 quando il priore dell’ordine degli Eremiti di Sant’Agostino fece edificare una chiesa che sorgeva però in origine fuori dalle mura: le uniche parti superstiti della struttura originaria, il campanile ed il transetto, sono ancora visibili nella parte posteriore dell’edificio. Caratteristica peculiare della chiesa è il suo organo che dal 1564 accompagna importanti celebrazioni di festa. La sua storia è legata a numerose personalità: nel XVII Mozart dimorò nella canonica per tre mesi ed il 22 maggio 1874 Giuseppe Verdi vi diresse la Messa da requiem che egli stesso aveva composto in onore di Alessandro Manzoni nel primo anniversario della morte.